dedicato a Federica e al suo fedele destriero Cinabelle, un unico grande cuore selvaggio...
"‘Il vento del cielo soffia tra le orecchie di un cavallo’ – recita un proverbio arabo. Forse è per questo che, accanto a lui, il peso dell’anima si alleggerisce."
Succede spesso nei luoghi dove la natura conserva ancora il suo respiro: un uomo entra nel recinto, stressato, irrequieto, distratto. Davanti a lui un cavallo. Non succede nulla. Nessuna parola. Nessun gesto eclatante. Solo presenza. Eppure, dopo pochi minuti, quell’uomo respira più lento. Il cuore batte con più calma. L’agitazione si scioglie. La mente si svuota. Cos’è successo?
Chi è abituato a vivere vicino a questi animali lo sa bene: c’è un silenzioso potere nel loro stare. Ma oggi la scienza inizia a spiegare ciò che per secoli è stato intuito solo poeticamente.
Il cuore del cavallo genera un campo elettromagnetico cinque volte più potente di quello umano. Secondo le ricerche dell’HeartMath Institute, questo campo si estende fino a 9 metri e interagisce attivamente con il nostro sistema nervoso autonomo.
Durante il contatto, il nostro ritmo cardiaco tende ad armonizzarsi con quello del cavallo in un fenomeno chiamato coerenza cardiaca interspecifica (McCraty et al., 2021).
Come un diapason biologico, il cuore del cavallo “accorda” il nostro sistema, stimolando uno stato di calma, presenza e equilibrio.
Ma perché questo fenomeno ci commuove tanto?
Forse perché il cavallo non parla, non giudica, non invade. Eppure, agisce su di noi più profondamente di tante parole.
Non stupisce che culture antiche, orientali e occidentali, abbiano sempre visto nel cavallo un simbolo archetipico di forza, libertà e guarigione.
Nella tradizione taoista, il cuore (Xin) non è solo un organo, ma la sede della coscienza spirituale (Shen). È il “sovrano” degli organi, il centro che deve restare in pace perché tutto il sistema funzioni.
Quando il Shen è disturbato, emergono ansia, insonnia, agitazione. Il contatto con il campo armonico del cavallo può essere visto, secondo i principi della MTC, come una forma esterna di “agopuntura energetica”, capace di riportare l’ordine del cuore.
Platone, nella sua allegoria del carro alato, descrive l’anima come un auriga che guida due cavalli: uno impetuoso e ribelle, l’altro docile e nobile. Il lavoro dell’anima è trovare equilibrio tra questi due poli.
Nel cavallo esterno, reale, possiamo forse vedere il riflesso di quello interiore: una forza che, quando ben diretta, può elevarci.
Anche nel pensiero cristiano il cavallo è simbolo ambiguo, ma spesso connesso alla rivelazione interiore.
Sant’Agostino parlava del cuore come di un “occhio nascosto” capace di vedere la verità. E se fosse proprio l’animale, con il suo cuore potente e non filtrato dalla mente, ad aprire quello sguardo?
Oggi la equiterapia è riconosciuta in ambito psicologico, neurodivergente, motorio e relazionale.
Le sue basi sono meccaniche, comportamentali, ma anche biofisiche. Il cavallo, con la sua massa cardiaca, esercita un’influenza ritmica e una presenza regolatrice.
Una ricerca pubblicata su Frontiers in Veterinary Science (Beetz et al., 2020) ha dimostrato che la presenza dei cavalli riduce significativamente i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e aumenta l’ossitocina, favorendo stati emotivi più calmi e relazionali.
In un certo senso, il cavallo ci “ricalibra”, come un agopunto che, invece di essere stimolato da un ago, viene risvegliato da una frequenza vivente.
In MTC, ogni organo è legato a un elemento, una stagione, un’emozione.
Il cuore appartiene al Fuoco, stagione estate, emozione gioia. Ma attenzione: non la gioia euforica, bensì quella serena, centrata, aperta. Il cavallo, con la sua naturale regalità e calma, incarna proprio questa qualità.
Come i monaci tibetani intonano mantra per armonizzare l’interno, così il battito del cavallo è un mantra incarnato, una vibrazione naturale che ci ricorda chi siamo.
La prossima volta che ti sentirai sopraffatto, prova a cercare un cavallo. Non serve cavalcarlo. Basta esserci. Respirare accanto a lui.
Perché forse, prima ancora della parola, ciò che cura è la frequenza.
E in un mondo frenetico e dissonante, il cuore del cavallo ci ricorda un ritmo antico, più vicino alla terra e più vicino a noi stessi.
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Il cuore sa. Ascoltalo.
Bibliografia
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McCraty R., Shaffer F. (2021). Heart rate variability: New perspectives on physiological mechanisms, assessment of self-regulatory capacity, and health risk. Global Advances in Health and Medicine, 10.
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Beetz A., et al. (2020). The effect of horse-assisted therapy on anxiety and stress in children: a systematic review. Frontiers in Veterinary Science, 7:544.
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Kemp M. (2022). Biofield science and healing: clinical applications of energy medicine. Journal of Integrative Medicine, 20(1).
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Kaptchuk T.J. (2021). The Web That Has No Weaver: Understanding Chinese Medicine. McGraw-Hill.
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Wang Y. et al. (2020). The role of Shen (spirit) in diagnosis and treatment in traditional Chinese medicine. Chinese Journal of Integrative Medicine, 26(3), 219–225.