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mercoledì 6 maggio 2020

E TU HAI PAURA?


In questi giorni stiamo affrontando con mille discussioni e perplessità la “fase 2”.

L’intento di tutti è quello di ritornare a una certa normalità: i dubbi che permangono sono ancora tanti, molte le questioni ancora aperte, tante le speranze, ma ancora molta paura.

Perché?

I giorni che hanno preceduto questa “riapertura vigilata” sono stati giorni di isolamento sociale con i canali media che trasmettevano informazioni spesso contrastanti: un continuo bombardamento psichico che ha amplificato in ognuno di noi sfiducia e incertezza.

Sono pienamente d’accordo con quanto espresso nell’articolo della dr.ssa Maura Manca, psicoterapeuta (lo puoi leggere cliccando qui): i danni che si sono creati nelle nostre menti e nei nostri animi in questo periodo di segregazione sono irreversibili e ne pagheremo tutti le conseguenze con il tempo.

La preoccupazione continua che alimenta l’incertezza sta creando paura non solo per il futuro, ma anche per il presente: e non si tratta solo di cose sconosciute, ma anche di quelle note.

In un mio precedente articolo scritto per la rivista medica Olos e Logos ho avuto modo di parlare dell’emozione paura in medicina tradizionale cinese e su come gestirla e affrontarla.


Certo è che dovremo convivere ancora per molto tempo con questa emozione e sarà ancor più necessario, per ben gestirla, trovare i mezzi adatti per farci aiutare, nessuno escluso. 

Per questo continuo a mantenere aperto il mio personale contributo per fronteggiare questa emergenza:


TI ASCOLTO, PARLAMI
servizio di counseling gratuito emergenza COVID19

Paolo G. Bianchi
cell. 328 8755091
skype: paolo giuseppe bianchi

Lomazzo (CO), via Unione 2,
Buttrio (UD), c/o Romina Tulissi, Via Divisione Julia 14/2 


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venerdì 28 febbraio 2020

10 MORTI IN PIU’


Titolo terroristico? Si, ma prima leggete la storia, per favore TUTTA.

“In un villaggio dell'India, vi fu una epidemia, allora il capo del villaggio, essendo una persona saggia e molto evoluta spiritualmente, andando in profonda meditazione, riuscì a contattare il fantasma che aveva causato l’epidemia e che aveva portato 10 persone del villaggio alla morte.

Questi si presentò al saggio e gli chiese cosa volesse; il saggio chiese spiegazioni in merito a quanto era accaduto nel villaggio e il fantasma rispose che tutto ciò era scritto karmicamente e non poteva farci niente, “ma ti garantisco”, disse, “che nei prossimi giorni, prenderò ancora 5 persone e tutto finirà”.

Il saggio dispiaciuto da tale sentenza karmica a malincuore acconsentì.

Passarono 10 giorni e nel villaggio altre 15 persone morirono.

Visto ciò il saggio del villaggio in profonda meditazione, riuscì a contattare di nuovo il fantasma che si presentò al saggio e chiese cosa volesse; il saggio arrabbiato per non aver mantenuto la promessa fatta di 5 persone da prendere chiese "perché ne hai prese 15? " e volle delle spiegazioni.

Il fantasma della disse io ne ho prese solo 5 come d'accordo, le altre 10 PERSONE SONO MORTE PER LA PAURA." (storia popolare indiana raccontata da Paramahansa Yogananda)


Viviamo giorni di febbrile smarrimento in cui predominano paure vecchie e nuove, ma che, come sempre in tempi di crisi, fanno emergere anche tante altre caratteristiche. Faccio alcune riflessioni.

·        L’eccesso di informazioni, spesso non verificate e riportate allontanano dalla realtà delle cose: tutto questo causa disinformazione diventando un’arma per chi vuole servirsi degli altri, in ogni campo.
·       Nonostante siamo sempre più tecnologici utilizziamo i mezzi solo parzialmente fermandoci (come per il titolo di questo post?) solo alle prime righe e non approfondire.
·       Interessi politici ed economici prevalgono sul bene comune mischiandosi e travisando la realtà dei fatti e la risoluzioni dei problemi e anteponendo spesso proprio questi alla centralità dell’uomo e al valore delle persone.
·      L’egoismo predomina su tutto, il vicino diventa un nemico, ci si accaparra cibo come se si dovesse affrontare una guerra mondiale riempendo di tonno, pasta, fagioli (le penne lisce no, va bene tutto, ma al gusto non si rinuncia!). Si pensa solo a se stessi e non si vuole guardare oltre. Qui scoprirete il vero volto di molte persone che si dimostreranno per quello che sono realmente.
·      La sofferenza, che fa parte dell’esistenza umana, fa ancora più paura dell’abitudinario e la rifiutiamo anziché usare l’intelligenza e i mezzi che abbiamo per cavalcarla.
·      I social network, che in molti casi ci hanno aiutato a smascherare tante situazioni o denunciare soprusi e misfatti diventano invece il moltiplicatore di opinionisti da tastiera, esperti da skipass e problem solver da nobel (ma dove eravate tutti quando il problema si stava creando?).


Risposta? Il caos. Effetto? La catasfrofe.

COSA FARE?

Dovremmo tutti fare un po’ di counseling o autocounseling

COME?

·      Prima di tutto attenersi alle norme che vengono indicate senza se e senza, ma. Magari si scopre che lavarsi le mani è un gesto di igiene abituale così come coprire colpi di tosse e starnuti è educazione.
·      Mettere da parte gli egoismi: non esistiamo solo noi, ma anche gli altri e qualsiasi azione va svolta con il totale rispetto di tutti, nessuno escluso.
·      Sviluppare la capacità ermeneutica: separare i fatti concreti dalle opinioni.
·      Verificare le opinioni fidandoci solo di chi ne è veramente esperto e non sedicente tale.
·      Confrontare i pareri (chi di noi se dovesse subire un intervento chirurgico prima non consulterebbe più pareri?).
·      Prima di esprimere opinioni leggere, documentarsi, informarsi, e soprattutto quando si riportano le notizie citare le fonti. Studiare, perché non si finisce mai di imparare e non si impara dal “riportato”, ma dai libri. (sarebbe stato interessante vedere gli scaffali vuoti delle biblioteche e non dei supermercati)
·      Non creare panico oltre a quello che già esiste: la storia ci insegna che la paura è il virus che si diffonde con maggiore facilità e velocità.
·        Fidarsi del prossimo perché in qualsiasi calamità nessuno si salva da solo.

L’uomo è sopravvissuto a ere glaciali e sglaciazioni, asteroidi e calamità di ogni genere, ma soprattutto è sopravvissuto quando ha saputo adattarsi, vivere i cambiamenti con flessibilità pur mantenendo sani principi etici e morali, essere se stesso, insomma, senza danneggiare gli altri.

Certo tra questi sopravvissuti egoisti, falsi e approfittatori rimangono, ma come virus e batteri (che fanno parte della vita) si può combatterli o diventare noi stessi immuni.

A tutti noi sopravvissuti consiglio poi di rileggere le pagine della peste descritta ne “I promessi sposi”. Se arrossiremo o proveremo un po’ di vergogna dopo i fatti di questi giorni forse avremo imparato veramente qualcosa.




Lomazzo (CO), via Unione 2,
Buttrio (UD), c/o Romina Tulissi Via Divisione Julia 14/2 


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mercoledì 26 febbraio 2020

L'AMORE AI TEMPI DEL COLERA E NON SOLO






“Rispondigli di sì, anche se stai morendo di paura, anche se poi te ne pentirai, perché comunque te ne pentirai per tutta la vita se gli rispondi di no.” (dal libro "L'amore ai tempi del colera")

Oggi non vi parlo di trattamenti e terapie.

E non voglio nemmeno parlarvi di Coronavirus, già in troppi, a mio avviso, lo stanno facendo (e molti senza competenze). Tranquilli.

Mentre però il CORONAVIRUS impazza tra provvedimenti, polemiche, esperti e praticanti tali mi sono rammentato di questo straordinario libro reso altrettanto magistralmente in film.

Dietro a questo capolavoro una storia d’amore molto semplice resa complicata da differenze di classe e necessità economiche


Una storia d’amore che dura una vita, ma che non attende una vita che l’amore arrivi.
Infatti il protagonista per la sua timidezza e riservatezza è molto amato dalle donne che si concedono a lui con estrema facilità.

Stranamente non si parla molto di colera se non che imperversa, miete vittime, lo si combatte e vince.
ciò che emerge è come nella pur giustificata paura la gente si conosca, si ami, si sposi, faccia sesso.

Rifletto col libro in mano rileggendo qualche riga. 

Siamo immersi continuamente in paure continue che ci impediscono di vivere veramente e vedere con i nostri occhi quello che circonda. Nel frattempo ci perdiamo la vita stessa e il bene più importante: l’amore.

La vita ha senso se si vive veramente, se si sa accettare anche in “tempi di colera” prendendo le dovute misure e contromisure, ma imparando che va vissuta anche quando qualcuno non ti stringe la mano per paura, o ti chiede di indossare la mascherina quando gli fai un trattamento, o ti disdiche le sedute perchè spaventato...

Oltre la paura c’è sempre una risposta. 

Florentino (il protagonista del libro) lo sapeva e alla fine si accorge di avere veramente vissuto pur aspettando. E la risposta in tutto questo è aver saputo veramente amare e vivere.




Lomazzo (CO), Buttrio (UD)




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