martedì 24 febbraio 2009

Corso Abbey Programme® di primavera

Interrompo la serie di post sul management e cucina (che riprenderò giovedì) perché voglio comunicarvi un nuovo appuntamento Abbey Programme® (formazione manageriale nei monasteri benedettini).

Anche quest'anno, come ad ogni primavera, ho organizzato un corso Abbey Programme® in forma multiaziendale: questo per dare la possibilità di partecipare a manager, imprenditori e liberi professionisti.
Il corso dal titolo "Il valore della leadership, il modello della Regola Benedettina" sarà dal 29 al 31 marzo all'Abbazia di Praglia (Padova).

Le iscrizioni sono aperte e, come sempre, il numero dei posti è limitato, quindi se siete interessati vi consiglio di affrettarvi.
Per conoscere il programma e ulteriori dettagli scrivetemi qui. Vi aspetto.

Siete curiosi di leggere i commenti di chi ha già partecipato? Cliccate qui e qui. E se volete sapere proprio tutto allora andate alla sezione "Dicono di Abbey Programme®".

domenica 22 febbraio 2009

Le polpette in azienda

Massimo Montanari, docente di Storia dell’Alimentazione all’Università di Bologna in un suo recente articolo descrive la cucina “come il luogo ideale per capire come funziona la vita” e che nella cucina “le idee sono il risultato di esperienze, incontri, riflessioni, suggestioni: tanti ingredienti che messi insieme producono pensieri nuovi”.

Confesso che adoro cucinare, abbinare spezie a pietanze, sperimentare e approfittare anche di qualche consiglio che mi viene da amici e clienti che lavorano nel settore.

Ma proviamo a passare dalla cucina di casa a quella di un ristorante.
Lo chef deve avere tutte le abilità del capitano d’industria. Dalle sue scelte dipendono successi e insuccessi e intorno ad un semplice menu lavora una squadra affiatata e ben addestrata. Ognuno è al suo posto e anche il minimo dettaglio diventa importante: avete mai assaggiato qualcosa di troppo salato o troppo amaro? L’obiettivo è la soddisfazione del cliente fatta non solo di gusto, ma anche di olfatto e vista. Creatività, economia, pazienza, competenza e lavoro di squadra sono doti indispensabili per uno chef, ma sono anche le doti che ogni manager deve possedere.

E se allora la cucina può essere luogo di riflessione filosofica, la cucina di uno chef è il luogo dove l’impresa diventa sapore.

martedì 17 febbraio 2009

Indovina chi viene a cena?

Continuo sul filone della cucina prendendo spunto da questo film famoso. La trama è risaputa:durante una vacanza alle Hawaii, Joey, una giovane ragazza bianca americana, si innamora del Dr. Prentice, famoso medico di colore. Nasce l’idea di comunicare ai rispettivi genitori, durante una cena, l’intenzione di sposarsi.
Entrambe le famiglie sono piuttosto contrarie, ma dopo discussioni e valide argomentazioni, il desiderio della coppia è talmente forte e genuino da convincere tutti; finalmente, appianate le divergenze,in pace, si cena.

Oltre all’eterno tema delle differenze culturali e razziali questo film offre anche interessanti spunti aziendali.

Spesso ci si raduna attorno ai tavoli dei consigli di amministrazione pensando ognuno al proprio tornaconto; non si è propensi ad ascoltare l’altro e le sue argomentazioni né, tanto meno, a discuterne le motivazioni.
Prima di sedersi intorno a un tavolo, per cenare o prendere decisioni importanti, bisognerebbe lasciare fuori dalla porta il proprio ego e ritrovare il senso del gruppo e la vera motivazione per la quale si è lì, in quel momento.
Lo stesso vale per le cene aziendali o i contenst autocelebrativi sempre più deserti. Le persone vorrebbero essere ascoltate di più, vorrebbero potersi confrontare, essere aiutate a sentirsi più partecipi della storia dell’azienda e non semplici numeri in una cena che non ha molto significato. Cosa c’è stato prima della cena, cosa è stato costruito, come è stato comunicato? Spesso c’è solo poco o niente: è inutile quindi sorprendersi se la disaffezione e il malcontento aumentano.

domenica 15 febbraio 2009

A la carte: un nuovo corso

Ho sempre ritenuto la cucina una fonte di metafore interessanti per il mondo lavorativo (manageriale e non).
Tempo fa vi ho già parlato di Ratatouille e da allora ho accumulato indizi su indizi e riflessioni su riflessioni sul mondo culinario.
Il risultato è stato l’ideazione di un nuovo corso di formazione esperienziale incentrato sulla cucina che ho battezzato “à la carte”.
Qui 10/12 persone, sotto la supervisione di uno chef, possono misurarsi, direttamente nella cucina di un ristorante, nella realizzazione di un menù completo e anche nella preparazione della sala. Al termine, con l’aiuto del trainer, i partecipanti saranno guidati nell’analisi della giornata in modo da evidenziare le trasposizioni aziendali e i passaggi più interessanti.
Il corso si conclude con la cena che gli stessi partecipanti hanno contribuito a preparare.
Se volete maggiori informazioni o richiedere il programma scrivetemi

mercoledì 11 febbraio 2009

martedì 10 febbraio 2009

“La parola ai giurati” un caso aziendale

Questa pellicola del ’57 del regista Sidney Lumet, nata da un soggetto originale scritto per la TV, è molto interessante ed è talmente attuale che ha subito vari remake. L’ultima edizione del film, per esempio, è di Nikita Mikhalkov del 2007 e Alessandro Gassman sta portando una sua versione teatrale in giro per l’Italia proprio in questi giorni.

La storia è semplice: l’azione si svolge in un tribunale dove un giudice poco preparato e una giuria di dodici uomini devono decidere il destino di un imputato. Tutti sembrano essere certi che dovrà essere condannato, finchè uno dei giurati inizia a esprimere “un ragionevole dubbio”. Costui con grandi doti di umanità e di persuasione affronta da solo pregiudizi razziali, faciloneria, cinismo, freddezza, menefreghismo e frustrazioni fino a convincere tutti dell’innocenza dell’imputato.

Ogni volta che in azienda parlo e analizziamo questo film, ancora poco sconosciuto, lo sconcerto è generale: spesso lascia tutti senza parole. Ognuno ritrova il suo alter ego in uno dei dodici giurati, anche se tutti vorrebbero essere il protagonista.
La metafora aziendale è evidente: per diventare buoni leader bisogna essere al di sopra delle parti, non avere paura delle proprie doti di umanità, saper parlare alla ragione degli uomini attraverso il cuore, ma soprattutto non lasciare che la nostra personale visione dei fatti possa essere l’unica verità.
Un film da vedere assolutamente. Voto 10

domenica 8 febbraio 2009

Superare la crisi partendo dall’ambiente di lavoro


Anche oggi voglio proseguire sul tema “crisi” parlandovi di Great Place to Work® Institute, una società di ricerca e consulenza manageriale americana con uffici internazionali affiliati in tutto il mondo.
Great Place To Work® ha dimostrato che le aziende che si impegnano nella realizzazione di un eccellente luogo di lavoro sono
anche quelle che ottengono migliori performance sia in tempi favorevoli che in quelli di crisi.

Un ambiente di lavoro eccellente favorisce sia la positività di chi ci lavora sia la produzione di idee rendendo competitiva l’azienda. Tra i principi guida che il Great Place To Work Institute prende in considerazione non ci sono solo quelli “fisici” legati a muri, quadri e scrivanie, ma soprattutto quelli che riguardano la motivazione delle persone e la loro identificazione con i valori aziendali.

E’ bello sapere che questi temi, che cerco di portare avanti da sempre soprattutto in Abbey Programme®, hanno un fondamento scientifico. L’armonia tra gli uomini passa sempre attraverso lo spirito di collaborazione e la valorizzazione del contributo di tutti per il conseguimento degli obiettivi.

Una nota interessante: in Best Workplaces Italia 2009 è stata nominata la Fater Spa di Pescara selezionata in un panel di un centinaio di aziende eccellenti bruciando sul filo del traguardo due colossi: Microsoft e Coca Cola. (vedi la lista completa qui).

Come la storia insegna, cambiare in meglio si può e se lo si fa insieme si vince.

giovedì 5 febbraio 2009

martedì 3 febbraio 2009

Abbey Programme®: un nuovo articolo on line

Tempo fa vi ho già parlato di Daniela Fregosi in un mio precedente post .
Ora Daniela, nel suo sito dedicato alla formazione esperienziale, ha voluto pubblicare nella sezione “Le buone pratiche: casi eccellenti di formazione esperienziale” un mio articolo sull’Abbey Programme® in Mondadori Printing.

“Le buone pratiche” ospita progetti, resoconti e case study di formazione esperienziale ed outdoor training raccontati direttamente dalle aziende ed organizzazioni che li hanno progettati/realizzati o dalle società di consulenza ed i professionisti a cui sono stati commissionati.
Grazie Daniela per lo spazio che ci hai dedicato.
L’articolo è scaricabile anche da qui.

domenica 1 febbraio 2009

La crisi sotto il cofano


"Detroit è in panne". Questo è il titolo di un articolo che ho appena finito di leggere sull’ultimo numero di Varese Focus, rivista dell’Unione degli Industriali di Varese (l'articolo è scaricabile qui): “Si è appena concluso il salone dell’auto più importante d’America. Una manifestazione all’insegna della crisi, dove la preoccupazione e lo spettro della recessione sono stati ben più palpabili delle lamiere dei nuovi prototipi”.

Il 2008 è stato disastroso per le vendite delle auto e quello che è appena cominciato non sarà da meno; però si incomincia finalmente a parlare anche di auto elettriche, ibride ed ecologiche e si ventila che i prossimi quattro anni saranno decisivi e sconvolgenti.

Non sono un esperto, ma è chiaro che siano vicini a una svolta: adesso si devono fare i conti con l’economia, l’ecologia e migliaia di posti di lavoro. Forse questa crisi aiuterà a capire che l’importanza di un uomo non si misura in cavalli motore o con la lunghezza dell’auto. I modelli fotografati sono meno di tre metri, ma sembrano funzionali e sono stati proposti da tutte le Case automobilistiche anche quelle generalmente più di nicchia.

Anche qui il cambiamento, il cambio di mentalità è necessario anche a costo di qualche suv in meno e qualche parcheggio libero in più.